lunedì 22 maggio 2017

Portland 2.0 - La metropoli del futuro

Giorno trentacinque.
Portland

Questa città è davvero all'avanguardia, è una piccola metropoli e quindi a misura d'uomo (o donna) e guida uno stato ricco che basa la sua economia sul commercio del legname ma anche sul terziario.
Finalmente sono riuscito a visitare Portland, era dal viaggio del 2012 che la bramavo, quando soggiornai a Seattle.
Come la sorella maggiore dello stato di Washington ha dei brand importanti, qui c'è la sede principale di Nike mentre a Seattle è nata Starbucks e c'è anche una scena musicale di rilievo; non ai livelli del grunge di Kurt Cobain and co ma cmq interessante.
Per scoprirla bisogna girovagare di giorno e viverla la notte.
Il primo impatto è sempre quello che conta è io rimango piacevolmente impressionato : architettonicamente è stupenda, palazzi del secolo scorso in mattoni rossi vivono insieme a grattacieli ultra moderni di vetro, in realtà sono pochi e bassi i grattacieli e questo la rende molto più compatta.
In ogni via del centro ci sono alberi, tutto il centro è verde e accessibile, ecologica con zone pedonali e pista ciclabile, qui ci si muove tutti a piedi o in bici; la Nike sponsorizza il sistema di bici a noleggio e ci sono più di cento colonnine dove prendere le 1000 bici arancioni.
Inizio il mio giro andando a visitare la casa dei Blazers, la mia squadra preferita della costa ovest (quella dell'est è Charlotte), il palazzetto è chiuso ma passeggiare al di là del ponte e sopra il fiume è piacevole.
Oggi ci sono in giro molti lavoratori con il loro immancabile caffè da passeggio, è pieno di caffetterie, pasticcerie e sale da thè e anche un sacco di gente alternativa : ragazze con capelli verdi, punk e rockettari, skaters che si fanno trainare dai cani e musicisti per le strade.
Nel downtown elegante ci si perde perché le strade sono piccole e simili, i marciapiedi di mattoncini rossi sono comodi per i piedi, c'è pulizia e polizia per le strade, sicurezza e ordine.
In ogni angolo librerie si contrappongono a negozi di dischi musicali che vendono CD usati a 50 cents e nuovi a 5 dollari e ovviamente io ne compro una dozzina.
In una piazza un profeta con la barba scura cerca adepti mentre famiglie giocano con l'acqua della fontana; parchi e parchetti condiscono il centro dove ci sono anche street food permanenti.

Cibo asiatico, giapponese, cinese, arabo, argentino, marocchino, italiano, thailandese, tedesco, messicano, americano, brasiliano, caraibico, filippino.

Intorno al fiume che spacca in due il cuore di Rip City c'è un immenso giardino e qualche homeless, una comitiva studentesca si butta dal ponte per cercare refrigerio, 33 gradi oggi.

La nightlife è tranquilla ma con locali di qualità, non è né tamarra né fighetta, in centro alcuni locali con musica dal vivo e microbirrerie artigianali; al bancone di una un ragazzo scommette con me un dollaro dicendo che non riuscirò a riconoscere il brano che metterà nel juke box e io perdo mestamente, si tratta di un gruppo canadese punk, ma chi ha mai sentito un gruppo canadese punk?!?

L'intelligenza di un paese è direttamente proporzionale al prezzo di una pinta di birra e qui costa 4 dollari. 

All'improvviso camminando sento un pezzo conosciuto ed entro in un tempio del rock e della musica eighties new wave.
Fumi e raggi laser.
Bassi.
Gente che balla in modo strano e un dj che sembra una geisha giapponese.

Domani prendo anche io "l'arancione" e visito le sponde del fiume e la pista nella foresta.

H4U

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Song of the day : A strange kind of love - Rotersand

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