lunedì 29 maggio 2017

Fresco in Frisco

Giorno quarantuno.
San Francisco

The city è una città stravagante, ogni quartiere è un mondo a parte, è multiculturale, si sale e scende dalle colline dove si può ammirare tutta la baia che la circonda.
È la città dei Giants, dei Warriors e dei 49ers, della birra Anchor Steam e dei tram ma soprattutto del Golden Gate Bridge, la porta sull'oceano Pacifico.

Oggi in America è il Memorial Day e quindi in molti sono a casa dal lavoro per ricordare tutti i caduti sotto le armi.

Il mio ostello si trova in Little Italy, ci sono un paio di isolati con ristoranti e locali italiani gestiti per la maggior parte dai nostri concittadini emigrati qui per fare fortuna, la cosa divertente è che su ogni pilone stradale è dipinto il nostro tricolore, è un quartiere super turistico e di passaggio per arrivare al molo e ai traghetti per Alcatraz.
Sono molto particolari i piccoli bar che si trovano vicino a Columbus Avenue, musica dal vivo al pomeriggio e clientela bizzarra. Ricordatevi il Saloon. 

Andando verso il centro c'è Chinatown, ogni angolo cinese su questa terra è perfettamente uguale; anche qui ci sono bancarelle che vendono cianfrusaglie, negozi di paccottiglia, fruttivendoli con i loro cavoli e verdure strane, finti gioiellieri, negozi di cellulari, ristoranti, centri massaggi...
Sui marciapiedi c'è sempre un rumore micidiale con gente che urla contro il cielo e ovviamente i soliti fornitori che si fermano in mezzo alla strada unta e bisunta e scaricano galline (vedi lo scenario di Chun Li).

Mi dirigo verso sud passando per l'elegante Financial District. Grattacieli e uffici. 

A Mission Bay ci sono le bellissime e romantiche case galleggianti, intorno al fiume un parco con campi da basket e canoe da noleggiare. 

All'improvviso una massa arancione e nera mi viene incontro, sono i tifosi dei Giants, la squadra di baseball, sono capitato davanti allo stadio ed è appena finito il match contro Washington. 

Mission district è un quartiere con mille facce, la zona a est è degradata e sotto ogni ponte dozzine di tende di homeless (questa piaga non finirà mai), vie di fabbriche e ditte, garage e depositi; un paio di isolati più avanti c'è la zona con locali di lusso alla moda e un sacco di taquerie, chissà cosa venderanno mai.

La cugina Castro è colorata e vivace, qui ci abita una nutrita comunità gay e c'è un'aria frizzantina per un paio di isolati, c'è un signore con un cappello rosa che balla per strada davanti a un loft riadattato a fashion store. 

C'è un vento bestiale e mi rifugio in una birreria, la barista mi fa assaggiare nei bicchierini un paio di birre ma io a San Francisco bevo solo Anchor Steam.

Questa metropoli è splendida ma fa sempre troppo freddo, anche in estate.

Vado a Union Square usando Uber e come da tradizione acquisto un hot dog e per due dollari lo Street Sheet da un senza tetto mentre è sdraiato su un bocchettone di aria calda, lo Street Shit è il giornale scritto da loro e racconta i loro problemi, almeno gli diamo una mano.

Prima di tornare in ostello per partecipare alla cena condivisa cucinata da un romano che sembra Frank Zappa rivedo il tram di Milano, quello arancione vecchio, sapete che il comune ha acquistato i tram dalle principali città europee tra cui la nostra beneamata all'ombra della Madonnina?

Frisco innanzitutto è la capitale della Beat Generation, qui è nato tutto grazie al ribelle e anticonformista Jack Kerouac, io mi sento un provetto protagonista di On the road alla scoperta di me stesso e dell'America cinquant'anni dopo il mitico Jack grazie al suo libro che non finisce mai di piacerci. 

"Liberi dalle convenzioni sociali e carichi di creatività e spontaneità anziché avidità e ambizione".

H4U 

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Song of the day : Che colpa abbiamo noi - Rokes


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