lunedì 8 maggio 2017

Fort Apache

Giorno ventuno.

Lascio la meravigliosa Scottsdale in mattinata e il viaggio prosegue alla grande passando per la montagna superstiziosa in direzione nord, verso il centro dell'Arizona.
Sulla highway mi sorpassa una barbara a cavallo di un' Harley Davidson esagerata; lei, senza casco e con i capelli al vento, domina la strada e le macchine si inchinano dinanzi alla regina nera del south.
Il paesaggio e il clima piano piano si trasformano, le rocce,la sabbia e i cactus lasciano lo spazio a foreste e fiumi, l'arido diventa piovoso e sono anche testimone di un improvviso acquazzone.
Continuo a salire, passo per Miami ma non ci sono le spiagge, poi in un piccolo canyon scavato dal Salt River dove mi fermo a mangiare dei panini e una banana acerba seduto su una roccia liscia e calda sulla riva del torrente impetuoso.
Su, ancora più su fino al passo che conduce al Fort Apache a più di 1500 m d'altitudine sopra il livello del mare.
A Fort Apache ci fu il famoso massacro e molti nativi morirono durante la battaglia contro la cavalleria statunitense, il grande capo Geronimo organizzò una gloriosa resistenza ma alla fine sm si rifugiò in Messico, ora sono tutti ricordati in un museo.
Siamo sulla White Mountain, luogo sacro e riserva indiana, riserva per modo di dire perché gli "indiani" moderni hanno ranch e pick up, lavorano la terra, hanno negozi, motel e soprattutto pompe di benzina e casinò.
Scendendo dall'altra parte della montagna ci sono praterie e pascoli, cavalli selvaggi e vacche addomesticate, in lontananza alcuni lupi e daini che si controllano a vicenda.
I paesini si sviluppano lungo la strada, circondati  da motel caratteristici con cabine dentro la foresta e piscine all'aperto; io mi fermo vicino alla mia prossima meta, ovvero la Petrified Forest, e trovo una sistemazione con i fiocchi a pochi dollari... viva i "pellerossa" !

Non ci sono molti turisti anche perché è un qualunque lunedì di maggio e poi queste non sono le solite strade battute dai pecoroni, il giro classico passa dalla Route 66 e Grand Canyon che sono fantastici da visitare per soddisfare il primo entusiasmante impatto con il mito americano.

Siamo sempre in viaggio e non c'è un GPS che ci può aiutare, si cerca la strada giusta ma è tutto dalla testa che esce il percorso.
Strade nuove, strade alternative e tortuose; a volte si viaggia in Ferrari e a volte in 500 (quella vecchia nostalgica).
Il vero mito americano si assapora poco alla volta e se ti soffermi troppo in un posto il mito diventa abitudine, il mito lo devi gustare giorno dopo giorno.

H4U

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P.s. domani metto le foto, qui ho problemi di connessione...

Song of the day : Indiani (a caval donando) - Elio e le storie tese

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