martedì 30 maggio 2017

Fuga da Alcatraz

Giorno quarantadue.
Russian Hill - Lombard Street - Ghirardelli Square - Pier 39 - Alcatraz

Il titolo di oggi non poteva non essere uguale all'omonimo storico film con Clint Eastwood che racconta la storia di tre detenuti che riescono a fuggire dalla famosa fortezza.

Inizio la mattina girando per le colline di Russian Hill, un quartiere residenziale tutto in salita, mentre cammino vicino ad un campetto da basket mi fermo a guardare una partita e subito i cestisti mi invitano a fare due tiri perché sono in numero dispari, era proprio quello che stavo aspettando da quando sono qui!
Giocare a San Francisco è estremamente difficile, non per il livello dei miei compagni di oggi, ma per il vento forte, tirare da fuori è impossibile, infatti si gioca praticamente sempre sotto canestro.
La partita la vince la mia squadra, ho anche segnato un paio di canestri, ma il livello generale era sufficiente, nulla di eccezionale, la banda bassotti di Frisco! Scambio due chiacchere con i ragazzi che mi invitano l'indomani per un'altra partitella.
Subito dopo vado al vedere la famosa Lombard Street, c'è una miriade di gente che fa foto ai fiori e alle macchine mentre passano giù per la via rossa, mattoncini al posto dell'asfalto.
Sono tutti turisti che percorrono la strada a 10 chilometri all'ora con cellulare in mano in modalità video.
In questa zona passano i famosi cable car che partono da Ghirardelli Square, c'è gente in bici e a piedi perché camminare per la città è molto gratificante sia per gli occhi ma anche per i glutei!

Il Pier 39 è il classico molo con ristoranti e gift shop, c'è l'imponente negozio di articoli sportivi, l'Hard Rock Cafe', Bubba Gump e anche un divertente negozio di articoli per mancini, mi fermo poco vicino per prendere un panino ai gamberetti e polpa di granchio, una vera delizia da queste parti.
Lo mangio su una panchina mentre gabbiani e piccioni cercano ingenuamente di rubare cibo dai sacchetti o direttamente dalle mani delle persone.

Mi imbarco per l'isola chiamata anche " The Rock", titolo preso da un altro film interpretato da Sean Connery.
Il nome Alcatraz deriva dagli uccelli neri che la abitano, è stata prima una fortezza, poi un penitenziario ed infine dopo l'occupazione da parte degli indiani americani che l'hanno rivendicata nel 1969 è diventata parco nazionale.
Sull'isola c'è un senso di prigionia, il clima è avverso, tira un vento forte e le correnti sono estreme, vivere qui sicuramente per molte persone è stata un'agonia.
Si può visitare in parte, si arriva sul molo sovrastato dall'edificio degli alloggi delle guardie e appartamenti per le loro famiglie (ma come si poteva pensare di vivere qui se non costretti?), si passa sotto la torre di vedetta e per l'officina, ci sono centinaia di uccelli che continuano a farsi trasportare dal vento e altri che invece girano zampettando tra i turisti, oltre agli alcatraz, si vedono gabbiani, cormorani e piccioni.
Il penitenziario è un edificio unico, maestoso sovrasta il territorio, si entra dall'ingresso e inizia il tour con la compagnia dell'audioguida.
Ci sono tre blocchi principali, A-B-C e quello di massima sicurezza ovvero il D.
Scopro che per 4 anni e mezzo Al Capone fu rinchiuso qui e passò molto tempo in isolamento dove quando si chiude la porta non passa un filo di luce.
Le celle sono tetre e piccole, dei luoghi angusti e claustrofobici, freddi e sporchi.
Alcune sono state arredate con letti e manichini, vestiti, strumenti e giochi in scatola, libri e quaderni per ricreare lo stile di quegli anni.
Si passa per la sala mensa e la sala visite e si esce in giardino, molti detenuti avevano come passione il giardinaggio, altri invece giocavano a baseball nel cortile interno, hanno disputato un vero campionato negli anni '30.
Sfidando l'incessante aria gelida della baia si possono fare delle foto meravigliose perché da qui si ammira il Golden Gate Bridge e tutta la metropoli, ovviamente il tempo non è dei migliori, ma siamo fortunati a vedere tutto il ponte, di solito si intravede solo una parte ed il resto è nascosto dalla nebbia.
Alla fine del tour si passa per l'immancabile negozio e dopo aver preso una palla da baseball vintage della squadra del 1938 vedo che c'è una fila davanti a un uomo seduto che sembra uno scrittore : si chiama Bill ed è un ex prigioniero, ha scritto un libro e la gente vuole una copia autografata.

Alcatraz è sicuramente da visitare, mi aspettavo un'isola più inaccessibile e un braccio della morte angosciante, il fatto di essere insieme a centinaia di altri vacanzieri abbassa notevolmente l'impatto, però in generale è una bella esperienza. 


Da ricordare le foto da scemo che mi sono fatto scattare dentro una cella e soprattutto la faccia del signore che me le ha fatte e le quattro giapponesine tutte composte che dopo avermi visto mi hanno imitato e spaventato con orribili smorfie. 

H4U

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Song of the day : Welcome to hell - Running Wild


4 commenti:

  1. Fantastico Hermann...
    Ora non ti resta che farti un giro a Castro :D ma mi raccomando vacci nudo.
    E poi io ti aspetto col cocktail al di là del Golden Gate ;D

    PS. Zuppa di granchio in crosta di pane da Boudin, booooonaaaa!!!

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  2. Uh! In zona Fishermans Wharf c'è un vecchio locale, si chiama BUENA VISTA, dicono sia stato inventato qui l'IRISH COFFE... vai a capire. PErò in effetti me lo ricordo come il migliore mai bevuto.

    Se poi ti avanza tempo prendi e vai in direzione oceano, a Seal Rocks, vicino a Lincoln Park, ricordo una pace pazzesca. ;)

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    1. Grazie per le dritte!
      Se riesco vado al Buona Vista.
      Sei una di SF pure tu, questa città non dorne mai
      Un bacio Cipi'!

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